Ogni politico degno di questo nome deve farsi carico del destino delle persone che è stato chiamato a rappresentare Ivano Dionigi
Lo stimolo a formulare questo insieme di Consigli… non richiesti, rivolti soprattutto ai giovani che intendono impegnarsi nell’attività politica, è nato dall’attenta lettura, e rilettura, del capitolo quinto della recente «Lettera enciclica sulla fraternità e sull’amicizia sociale», Fratelli Tutti, di papa Francesco. Nel paragrafo 154 l’autorevole pontefice afferma che «Per rendere possibile lo sviluppo di una comunità mondiale, capace di realizzare la fraternità a partire da popoli e nazioni, è necessaria la migliore politica, posta al servizio del vero bene comune. Purtroppo, invece, la politica oggi spesso assume forme che ostacolano il cammino verso un mondo diverso». Questi consigli…non richiesti non sono, e non vogliono essere, un atto di presunzione, di superiorità, di altezzosità da parte dello scrivente verso le nuove generazioni, poiché ha sempre pensato che la politica fosse un richiamo etico per ogni individuo, per ogni cittadino che intendesse dare il suo contributo allo sviluppo della comunità di appartenenza del suo tempo storico e più in generale dell’intera umanità. Ha scritto il cardinale Carlo Maria Martini, autore di riferimento culturale e spirituale per molti credenti e non credenti, che «l’azione politica, che deve ispirarsi ai principi etici, consiste nella realizzazione del bene comune concretamente possibile in una determinata situazione». Questi suggerimenti gratuiti scaturiscono anche dalla mia esperienza di consigliere comunale negli anni settanta (1971-1976) e dall’accettare, con dedizione disinteressata e con responsabilità, l’incarico di primo cittadino a Priverno, paese natio, nei primi anni Novanta (1990 – 1993). Ho sempre pensato con estrema coerenza che, per giungere ad un impegno diretto nella politica, fosse necessario prepararsi, acquisire una salda e solida formazione culturale e strettamente storico-politica per poter con consapevolezza scegliere il partito in cui militare. Ho sempre avvertito una costante fame e un’incessante sete di ispirare l’impegno politico scegliendo, con umiltà intellettuale, la parte degli ultimi, dei diseredati e disperati, degli sfortunati, dei meno abbienti e dei più deboli della società. La mia formazione politica, prima dell’impegno diretto nell’agone politico, è avvenuta, dopo una lunga incubazione insieme ad amici carissimi (Franco e Piero) durante il soggiorno fiorentino attraverso un confronto costante, attraverso la partecipazione a dibattiti pubblici, a conferenze e incontri con uomini politici impegnati nelle istituzioni. Questi consigli…non richiesti sono da considerare come un appello, rivolto soprattutto ai giovani, ad impegnarsi a “combattere” le intollerabili ingiustizie presenti nel mondo di oggi, nella consapevolezza che è possibile, necessario, e forse anche urgente, che l’impegno personale e comunitario diventi spinta utile e coraggiosa per sconfiggere l’indifferenza globale e contribuire a creare un mondo più giusto.
È importante, nel periodo necessario della formazione politica, acquisire la cognizione che le contraddizioni e i conflitti individuali e sociali sono il motore della vita e della crescita della città, della nazione e del mondo intero e ne costituiscono la forza produttiva. Di conseguenza la vera grande arte della politica consiste nell’individuare, discernere e saper governare con passione, saggezza e lungimiranza tali contraddizioni e volerle gradualmente eliminare. L’insigne storico e politico Pietro Scoppola affermava con forza che «la politica va intesa e vissuta come valutazione del possibile e sofferenza dell’impossibile» e pertanto la politica richiede ponderazioni, compromessi, attenzione al pluralismo e che non c’è politica senza cultura, acquisita con lo studio e con l’esperienza diretta “ in campo”.
Il sociologo, filosofo, economista e storico tedesco, Max Weber, ha scritto: «la politica consiste in un lento e tenace superamento di dure difficoltà. Da compiersi con passione e discernimento. È perfettamente esatto e confermato da tutta l’esperienza storica, che il possibile non verrebbe raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l’impossibile». I giovani, che desiderano impegnarsi in politica, hanno il compito di prepararsi all’arte della mediazione e ritenere che l’azione politica è «un’arte nobile e difficile» che richiede chiarezza e responsabilità, saggezza e determinazione, coraggio decisionale e coerenza, escludendo ogni cedimento e compromesso incompatibile con il sano rigore morale. Durante il periodo del mio impegno politico amministrativo, a livello locale, ho avvertito nella mia mente e nella mia coscienza «il tormento della decisione e il fardello della responsabilità» personale e collettiva che sono i cardini della politica. Per prepararsi alla politica, nel loro processo di formazione le nuove generazioni hanno bisogno di acquisire capacità di analisi, abilità progettuali e competenze specifiche che cercano di coniugare uguaglianza e libertà, giustizia sociale e autonomia, solidarietà e identità, perché la funzione principale della politica è stata sempre, ed è ancora oggi, quella di dedicarsi a costruire “strutture” sociali per l’intera società. Il filosofo italiano Luciano Floridi, professore ordinario di filosofia ed etica dell’informazione presso l’Oxford Internet Institute (Università prestigiosa d’Inghilterra), ricorda ai suoi giovani allievi, e a tutti noi, che «la politica non si fa solo con l’economia (condizione necessaria), ma soprattutto con un progetto umano e sociale (condizione sufficiente)» e che la politica, come partecipazione a un progetto collettivo, la si può fare in tanti modi, anche senza ruoli specifici. Con questa stimolante e incoraggiante idea di fondo, anche dopo l’impegno diretto nell’istituzione del Comune, ho continuato a svolgere nella comunità professionale azioni politiche perché, come diceva Bruno Ciari, «C’è un modo di far politica lavorando nella didattica».
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