ROMA- Questa sera, prima di coricarsi, sarà necessario mettere mano a tutti gli orologi di casa e spostare le lancette indietro di un’ora. Dalle 3 di stanotte (25 ottobre) si torna infatti all’ora solare. Significa che dormiremo 60 minuti in più. L’opposto di quanto avvenuto domenica 29 marzo quando, in pieno lockdown, eravamo entrati nell’ora legale.
In passato i giorni del cambio dell’ora erano definiti di anno in anno. Il processo è stato semplificato stabilendo convenzionalmente l’entrata in vigore dell’ora legale nell’ultima domenica di marzo ed il ritorno all’ora solare l’ultima domenica di ottobre.
Due anni fa è stata avanzata la proposta di abolizione del cambio dell’ora: i cittadini dell’Unione Europea hanno risposto a una consultazione, caldeggiata da Polonia e Finlandia. Il 76 % dei votanti si è espresso a favore della cancellazione ma nella discussione che è seguita alla Commissione Europea non si è raggiunta una decisione univoca. E’ probabile dunque che si vada verso scelte autonome Stato per Stato. Per l’Italia non c’è ancora una decisione definitiva mentre la Francia, con una consultazione popolare indetta dall’Assemblea Nazionale, ha scelto di bandire per sempre l’ora legale.
Sebbene la proposta di l’ora solare per poter beneficiare della luce estiva e risparmiare sui consumi risalga alla fine del 700 (fu in effetti avanzata per la prima volta da Benjamin Franklin con il suo saggio “Un progetto economico per diminuire il costo della luce”, pubblicato nel Journal de Paris nel 1784), in Italia il sistema venne introdotto il 3 giugno del 1916. Dal 1980 si applica a tutta la comunità europea; all’inizio copriva un arco temporale di 4 mesi, in seguito 6 mesi. Dal 1996 ad oggi, come sappiamo, l’ora ha la durata di 7 mesi.
Ma quali sono i risvolti del cambiamento di orario sulla nostra salute? In fondo si tratta soltanto di un’ora, questa volta portata indietro e lo scorso marzo anticipata. Eppure è capitato a tutti di avvertire, almeno nei primi giorni, un certo disagio dal punto di vista fisico. Spossatezza, mal di testa, sonnolenza o anche appetito, in orari inconsueti.
Perché accade questo e come possiamo risolvere il temporaneo malessere? Ci aiuta a saperne di più la dottoressa Anna Lo Bue, neuropsichiatra infantile dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Cnr (Cnr-Irib).
1) Dttoressa Lo Bue, quali disturbi può provocare il cambio dell’ora due volte l’anno?
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2) Quali categorie di lavoratori tollerano meno il cambiamento?
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3) Per l’organismo umano sarebbe meglio che questa lieve modifica all’orario non ci fosse affatto?
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4) Quali differenze con il jet leg?
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5) Come fare fronte agli eventuali disturbi?
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6) Quanto tempo impieghiamo per abituarci al nuovo orario?
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7) Possiamo parlare anche di qualche eventuale beneficio?
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( Fonte La Stampa )
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