Da Ponza sino alla lontana Cina. Ricordate Salvatore “U Luonghe”? All’anagrafe era Nicola Salvatore Mazzella – classe 1913 – personaggio straordinario, pieno di umanità ed intelligenza. Era chiamato così per via della sua altezza, di un fisico segaligno, che negli ultimi anni di vita lo ha portato a camminare lentamente retto da un bastone, con la schiena curva. Gli piaceva sedere al tavolo del Bar Tripoli, raccontava storie di vita, racconti che affascinavano anche i turisti. I paesani lo conoscevano bene, apprezzavano quel fare bonario e rilassato. La cosa che più gli stava a cuore era raccontare la sua esperienza di marinaio, durante il servizio militare, in Cina. L’Italia aveva ottenuto nel 1905 la concessione di Tientsin, città importante non distante da Pechino, dopo la spedizione internazionale per la rivolta dei Boxer del 1901, con la presenza di un corpo di spedizione italiano. Fu garantita al Regno una concessione di 46 ettari. Il 5 marzo 1925 Benito Mussolini costituì il battaglione italiano in Cina. A vent’anni Salvatore è partito per l’Oriente, era di stanza in un reparto del battaglione San Marco con 300 unità. Si è imbarcato sul mercantile Conte Verde per raggiungere come volontario un posto a lui sconosciuto.
“U Luonghe” era un fiume in piena quando ricordava i quattro anni trascorsi in Cina: “Abbiamo impiegato ben 32 giorni per raggiungere Shangai, con varie soste, poi siamo saliti su un piroscafo che ci ha condotto a Tientsin, un posto bellissimo e molto emancipato per quei tempi. Era al centro di tanti commerci, visto che i canali erano tutti navigabili nel periodo estivo, mentre in inverno il ghiaccio non mancava mai. Noi italiani stavamo davvero bene, la caserma era molto attrezzata, non mancava nulla. Il cibo arrivava direttamente dall’Italia, gli unici problemi li abbiamo avuti con militari di altre Legazioni. Ci siamo trovati bene con i giapponesi, visti i rapporti di Tokio con il Governo italiano, mentre con gli inglesi i cazzotti non mancavano ma sapevamo difenderci, eccome”.
Sono tante le cose imparate dal marinaio ponzese in Cina: “Sono rimasto affascinato dalla Grande Muraglia e dalla Città Proibita a Pechino, ma la cosa che mi è rimasta impressa è la filosofia di vita. Ho tratto utili insegnamenti che mi sono sempre serviti. I cinesi sono gentili, saggi ed intelligenti. Ho girato tantissimo, come scorta ai superiori, è stata una vera fortuna. Ho imparato anche a conoscere l’importanza dell’igiene personale, giravo sempre con un bicchiere in tasca per non contrarre infezioni”. Salvatore, tornato in Italia, si è dedicato alla pesca, lavorando all’Elba e nell’isola tunisina di La Galite. Lì risiedevano 200 ponzesi. Un periodo di quattro anni lo ha trascorso negli Stati Uniti, lavorava come muratore. Arrivato a 70 anni, nella sua Ponza, si è dedicato all’agricoltura, curando una vigna stupenda per produrre uno spumante che offriva a tutti.
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