“I predatori” è un film che descrive con spiccato accento satirico e provocatorio la società dei giorni nostri

1560

Titolo: I predatori

Regia: Pietro Castellitto

Soggetto: Pietro Castellitto

Sceneggiatura: Pietro Castellitto

Musiche: Niccolò Contessa

Produzione Paese: Italia, 2020

Cast: Massimo Popolizio, Giorgio Montanini, Pietro Castellitto, Manuela Mandracchia, Dario Cassini, Anita Caprioli, Marzia Ubaldi, Nando Paone, Antonio Gerardi, Vinicio Marchioni, Francesco Borgese, […]

Per descrivere la società dei giorni nostri con accento satirico e provocatorio, il regista Pietro Castellitto scrive soggetto e sceneggiatura del film “I predatori”, che è anche sua opera prima da regista, prendendo come spunto la descrizione di due famiglie tipo: la famiglia Pavone, costituita da Pierpaolo (Massimo Popolizio), medico, dalla moglie Ludovica (Manuela Mandracchia), regista cinematografica, e dal loro figlio Federico (Pietro Castellitto), studente di filosofia, e la famiglia Vismara, il cui capofamiglia è Claudio (Giorgio Montanini), titolare di un negozio di armi. Famiglie queste che sono lo specchio di una realtà attuale, autentica, ma diversificata per ciò che riguarda sia i comportamenti e la cultura sia l’appartenenza a classi sociali ben separate tra esse. Da una parte, dunque, la famiglia Pavone, ricca, borghese, costituita da professionisti d’alto livello e di elevata cultura, e dall’altra, la famiglia Vismara, proletaria, coatta, fascista e incolta. Eppure da questa grande diversità emerge che nella società in cui vivono qualcosa le accomuna, qualcosa che mette in risalto la volgarità, la truffa, la violenza, l’assenza di morale, la mancanza di valori, il tradimento, la falsità, la superficialità, e in cui forma e sostanza non hanno niente in comune, la stessa chiesa non risulta più luogo di culto ma luogo svuotato di significato dove avviene lo scambio di merci criminose. In sostanza, da questa diversità si origina per omologazione sociale un’orda di predatori, a dirla con parole di Torquato Tasso.

Pietro Castellitto, laureato in filosofia, cita nel film il filosofo Friedrich Nietzsche di cui è profondo conoscitore e di cui ricalca parzialmente la filosofia semplice ma provocatoria, al fine di indurre lo spettatore a riflettere. I predatori chi sono se non prede di loro stessi e chi sono se non i mostri di cui Nietzsche, nel saggio Al di là del bene e del male, scrive: Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro.

Il regista analizza la società anche se con tono divertente  e brioso  ma al tempo stesso con un alone di pessimismo perché l’esistenza dei predatori non lascia ben sperare in quanto Dio è morto! Dio resta morto! E lo abbiamo ucciso noi! (Così scrive Nietzsche nel saggio La gaia scienza), e per colui che soffre talmente di se stesso, non vi è redenzione, se non la rapida morte (dal saggio Così parlò Zaratustra).

La speranza sta nella libertà, non nella felicità – dice il regista, e i predatori essendo schiavi di loro stessi, dei loro comportamenti e delle loro fisime, non hanno alcuna speranza perché sono amorfi, senza obiettivi significativi, e non hanno caos interiore. Essi devono avere ancora il caos dentro di sé per generare una stella danzante, a dirla sempre con Nietzsche.

I predatori è un film, in piena libertà espressiva, ben diretto, imprevedibile nella narrazione che mostra diverse peculiarità che fanno presagire gli eventi futuri che comunque rimangono incerti fino alla loro effettiva esplicitazione.

In esso il regista mostra uno spiccato senso artistico forse acquisito nel DNA, per via genetica, dal padre Sergio (attore e regista) e dalla madre Margaret Mazzantini (scrittrice).

Eccellente la prestazione artistica degli attori protagonisti tra cui risalta quella di Massimo Popolizio e quella di Dario Cassini.

In concorso, nella sezione Orizzonti, alla 77^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia I predatori ha ottenuto il Premio per la migliore sceneggiatura.

Francesco Giuliano


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteSabaudia e gli amici in apprensione per Federico Ginanneschi: si è allontanato da casa ed è scomparso. Appello per ritorvarlo
Articolo successivoOttobre rosa: la campagna per l’acquisto dei caschi oncologici è partita da Aprilia
Francesco Giuliano
Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).