46 anni di scavi a Borgo Le Ferriere, dove è stata riscoperta Satricum. Il valore del Tempio di Mater Matuta

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Il Circolo Cittadino “Sante Palumbo” di Latina ha organizzato un incontro su “Satricum. Mezzo secolo di ricerca archeologica: a che punto siamo?”. Obiettivo dell’evento  quello di far conoscere la realtà archeologica di Satricum, un sito di incommensurabile valore che, nonostante la sua rilevanza, rimane sconosciuto a molti cittadini di Latina. Durante l’incontro, si è discusso anche dello stato attuale degli scavi e delle iniziative future per la valorizzazione del sito. Relatori: Alessandro Betori, Sovrintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina, e Marijke Gnade, emerita Professoressa di archeologia pre-romana dell’Italia centrale presso l’Università di Amsterdam, direttrice degli scavi di Satricum e responsabile del progetto per conto del Reale Istituto Neerlandese di Roma. Presenti anche il Sindaco di Latina Matilde Celentano ha moderato il dibattito la Professoressa Nicoletta Zuliani. Presenti gli studenti del IV e V anno del liceo pedagogico Manzoni di Latina.

Marijke Gnade ha illustrato i 46 anni di scavi che hanno portato alla luce numerosi strati storici, dall’età arcaica, fino alla seconda guerra mondiale. Gli scavi – curati dal 1977 al 1990 dall’Istituto Olandese, poi dal ’90 al 2022 dall’Università di Amsterdam, dal ‘22 di nuovo passati sotto il Reale Istituto Neerlandese di Roma – hanno rivelato aspetti fondamentali della storia antica del nostro territorio e rappresentano un unicum a livello internazionale.

Satricum è destinato a diventare uno degli asset principali del Comune di Latina, grazie alla sua unicità e al valore storico che lo caratterizza. In occasione delle celebrazioni per il Centenario della città, il sito sarà ulteriormente valorizzato e durante il convegno saranno illustrati dei nuovi progetti, che includono percorsi naturalistici e archeologici, piste ciclabili e l’utilizzo della realtà aumentata per una fruizione innovativa del sito.

L’evento ha rappresentato un’opportunità unica per tutta la cittadinanza per scoprire non solo il passato di Satricum, ma anche le progettualità future che lo renderanno un simbolo del nostro patrimonio culturale.

Sito archeologico di SatricumI reperti archeologici esposti nell’Antiquarium sono stati rinvenuti spesso casualmente nel territorio circostante e in particolare durante i lavori di bonifica, la preistoria, la protostoria, l’età arcaica e l’età romana

L’area abitativa è concentrata sulla cosiddetta acropoli, ampia circa 4 ettari e protetta da ripide scarpate, e sul pianoro che si estende a ovest di quest’ultima, di circa 40 ettari di superficie. Il pianoro è naturalmente protetto su tre lati; sul quarto, a occidente, venne realizzato un aggere in epoca arcaica; l’aggere è stato poi esteso anche sul versante settentrionale e meridionale della città. Le evidenze archeologiche hanno dimostrato che il sito rimase un insediamento abitato almeno fino al III secolo a.C., dopo di che venne a decadere, assumendo carattere prettamente agricolo.

Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce un santuario attribuito alla Mater Matuta  (la Dea della Fertilità,della nascita) grazie al ritrovamento di una stele di epoca tardo repubblicana, resti di ville (tra queste la cosiddetta Casa A che presenta notevoli somiglianze con i palazzi etruschi di Acquarossa), case e capanne, una necropoli laziale a nord ovest, con la tomba più antica databile alle fasi finali del periodo laziale e una necropoli volsca a sud ovest dell’acropoli, con oltre 200 tombe a fossa riferibile al periodo tra il V e il IV secolo a.C. accompagnata da una gran quantità di reperti di produzione greca, etrusca e italica; tre depositi votivi di notevole importanza storica per quanto ritrovatovi, reperti con iscrizioni in etrusco e in latino arcaico, tra cui la nota epigrafe, il cosiddetto Lapis Satricanus, databile tra il 525 e il 500 a.C. ” Ho ancora soldi per un anno di scavi e proseguiremo questo lavoro affascinante, mi dice la direttrice degli scavi archeologici, Mariyke Guade. Qui c’è la continuità di una storia di 3 milioni di anni. E’ stato un lavoro affascinante, bellissimo, ora occorre una sinergia di tutti gli enti interessati per tutelare  le scoperte fatte in questi lunghissimi e faticosi 46 anni di attività. Il museo è il luogo dove le nuove generazioni potranno comprendere meglio studiando il passato  di questo straordinario sito archeologico, a cavallo tra Latina e Roma, dove il passato, il presente e il  futuro si intrecciano in un percorso unico”


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