Alessandra D’Ottavi – ex nazionale azzurra di canottaggio – insegnante di educazione fisica, ex presidente della Canottieri Sabaudia, è una di quelle persone che nel bellissimo mondo dello sport riesce a “fotografare” degli episodi curiosi che poi restano nella mente e vanno raccontati. Dopo una eccellente carriera agonistica Ale ha ricoperto la carica di presidente della Canottieri Sabaudia dal 1995 al ‘99, quattro anni importanti per il club pontino. Il capitale sociale passò da 8 a 80 milioni, nella graduatoria della Federazione Italiana Canottaggio la società passò dal duecentesimo posto al cinquantesimo. In quel periodo fu restaurato il tetto della sede, furono realizzati il capannone laterale, bagni e docce. Alessandra è sempre un fiume in piena.
“Nel 1980 – ricorda la D’Ottavi – stavo disputando con la maglia azzurra delle gare internazionali importanti all’idroscalo di Milano. Avevo fatto amicizia con un gruppo di ragazze russe e al termine del pranzo pensai di fare loro omaggio di lattine di Coca Cola che acquistai con piacere. Quando le mie colleghe russe videro le lattine le presero immediatamente d’assalto, bevvero con una rapidità eccezionale. Io rimasi stupita, incredula, erano i tempi della guerra fredda. A un certo punto videro il loro allenatore in arrivo, fecero immediatamente sparire le lattine di Coca Cola vuote. Correva l’anno delle Olimpiadi di Mosca, quelle che non videro partecipazione degli atleti americani e di molte nazioni occidentali in seguito all’invasione sovietica dell’Afganisthan. Gli atleti russi, per motivi politici, non potevano bere e mangiare prodotti americani. Per questo le mie amiche erano terrorizzate”.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale è vero che la Coca Cola si poteva trovare ovunque ma non stava simpaticissima a Stalin, che la vedeva come un marchio del capitalismo americano. Il generale russo Marshal Georgy Zhukov aveva conosciuto il soft drink grazie ad Eisenhower che glielo aveva fatto assaggiare. Pluridecorato e celebre per la sua lotta al nazismo, Zhukov sapeva che bevendo Coca Cola non si sarebbe guadagnato le simpatie di Stalin poiché il Governo sovietico l’aveva bandita. La compagnia realizzò delle bottiglie senza etichetta, trasparenti e con una stella rossa impressa sopra e la bibita incolore per farla sembrare della vodka per poter assecondare la passione del generale russo. Solo nel 1985 i russi poterono bere Coca Cola legalmente.
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