LATINA – Era il dicembre 2007 e per le celebrazioni del 75esimo della fondazione veniva presentata la Mostra “Wilmotte per Latina”, l’esposizione degli studi di fattibilità per la valorizzazione ed il recupero degli spazi urbani della città.
Erano presenti l’archistar Jean Michel Wilmotte ed i dieci architetti di Latina che con lui avevano collaborato al progetto di riqualificazione.
“Il mio scopo – spiegava in quell’occasione lo stesso Wilmotte – è rileggere Latina in chiave contemporanea, continuando comunque a rispettarne l’impianto originale. Restituire le piazze ai cittadini, creare isole pedonali, sono passi consequenziali l’uno all’altro e fondamentali per una possibile riqualificazione della città”.
Idee e intuizioni quelle dell’architetto francese che evidenziavano una visione di città dinamica, forte e contemporanea. “Quello di Wilmotte è un lavoro importante – raccontava l’allora sindaco Vincenzo Zaccheo – perché il suo fine è valorizzare il patrimonio del nostro nucleo di fondazione. E’ proprio dal cuore pulsante della nostra città che dobbiamo ripartire, restituendo il centro ai cittadini e consegnandolo alla cultura tramite l’istituzione di una cittadella universitaria”.
Oggi su quell’idea di città si dovrebbe e si potrebbe tornare a ragionare, senza preclusioni ideologiche, visto che come fa notare Il Messaggero in un interessante articolo a firma di Monica Forlivesi, le intuizioni dell’architetto francese sono sempre attuali.
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